Sarah Alessio
Sarah Alessio entra a far parte della mostra “Wonderland” con quattro dei suoi lavori tratti dalla ricerca “The Immense”. Quando le viene chiesto il senso profondo del suo progetto artistico ci spiega: “L’Immenso prende forma in un momento di blocco creativo e dalla mia curiosità di scoprire la fotografia MACRO”. Il progetto si esprime attraverso un’immaginario astratto dove i particolari dei fiori sfumano. Chi le guarda è libero di interpretare, di sognare, di fantasticare. Difronte ai suoi soggetti la fantasia si libera. “Le mie foto sono generate da una fotocamera digitale di ultima generazione combinata con un obiettivo che risale agli anni settanta. Non ritocco le foto in post produzione, amo il risultato dell’obiettivo vetusto. Da questo forte contrasto tecnologico nasce l’incredibile effetto, si dimostra che non sempre il nuovo dà risultati migliori. Chi fotografa è capace di cogliere il particolare”.
Le quattro foto, che abbiamo scelto per l’esposizione, potrebbero essere percepite come una narrazione d’incontri speciali con la dimensione dell’infinitamente piccolo che spesso viene trascurato. Rappresentano un aspetto della curiosità (o dei sogni, delle lacrime), catturato con tanta maestria e profondità e ricreato ogni volta, grazie all’aver colto una composizione delicata di sfumature. Le foto fanno percepire una prospettiva unica e infinite interpretazioni possibili.
“Labirinto” suggerisce il labirinto delle meraviglie e i grovigli delle alternative. Una rete continua di associazioni e accadimenti all’interno della nostra inconsapevolezza, per poi rivelarsi in un insolito modello di pensiero.
“Lacrime” potrebbe essere inteso come un modo molto eccentrico ma bello di relazionarsi con il proprio io interiore e di esplorare le dimensioni fantastiche delle emozioni umane.
“Curiosa” potrebbe essere visto come il primo frammento di questa assurda narrazione visiva, che implica la perplessità dei propri desideri di “saltare” nella frivolezza e nella stranezza. Implica l’accettazione e la necessità del surreale.
“Sogno” suggerisce una conclusione aperta di questa narrazione visiva, dove sogno e realtà si fondono insieme.
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