U-ku
U-ku è nata nel 1989 in Giappone.
L’attività artistica è iniziata nel 2016 e attualmente lavora principalmente come acquarellista per mostre personali.
Anche mentre lavorava come impiegata, ha continuato a creare opere d’arte da autodidatta.
Si è trasferita negli Stati Uniti quando era alle elementari e ha avuto difficoltà ad abituarsi al nuovo ambiente, “È stato molto doloroso per me non capire cosa pensavo e provavo”.
Ma quando è tornata in Giappone, ha notato non solo le differenze linguistiche e culturali, ma che anche in Giappone le persone non riuscivano a capirsi quando l’ambiente in cui sono nate e cresciute era diverso. Ha pensato allora che ci dovevano essere molte persone diverse da lei che soffrono di “non essere capite dagli altri“.
Con questo in mente, ha continuato a realizzare opere d’arte per salvarsi e, inoltre, aiutare le persone nella stessa situazione.
Le opere di U-ku raccontano una storia di come le incomprensioni possono portare a nuove comprensioni e quanto fragile e “ingenua” possa essere la nostra percezione. Le sue opere raffigurano la lotta di trovarsi tra due luoghi e culture e di non appartenere pienamente a nessuno di essi.
I dipinti sono una rappresentazione visiva dell’essere non visti e inosservati. Le pennellate colorate nascondono minuscole creature che non tutti gli occhi possono cogliere a prima vista, ritraendo così un sentimento di incomprensione ed esclusione elaborato attraverso l’arte.
“Visualizzazione della transizione emotiva”
Le emozioni oscillano sempre. Proprio come il termine buddista “tutte le cose del mondo non sono permanenti”, tutto cambia e scompare costantemente.
L’artista osserva le emozioni fugaci e cerca di disegnarle nelle sue opere.
I comportamenti di persone e creature richiedono sempre tempo e questo passa, per esempio camminando, mangiando qualcosa, anche senza pensare.
Quando lo spettatore riconosce gli abitanti delle sue opere, nel mondo statico della pittura nasce il concetto di passaggio soggettivo del tempo. Immaginando le loro azioni e comportamenti, lo spettatore può rivivere il passaggio delle emozioni dell’artista in quel momento.
